Con una sentenza all’inizio dell’anno la Corte Europea dei Diritti Umani
ha condannato l’Italia per trattamenti disumani e degradanti, in
relazione allo stato delle carceri. L’Italia ha un anno di tempo per
ripristinare le condizioni dello stato di diritto
e l’osservanza della Costituzione. Il Presidente Napolitano ha definito
il sovraffollamento carcerario una questione di “prepotente urgenza” e
di recente ha rivolto l’ennesimo invito perché siano approvate misure
strutturali per porre fine alle disumane condizioni
delle carceri.
Il sovraffollamento non è una calamità naturale né un mostro
invincibile: basta cambiare le leggi criminogene alla radice del
fenomeno, prima fra tutte la legge sulla droga. Solo l’anno scorso sono
entrate in prigione per violazione della normativa antidroga
28.000 persone (fra consumatori e piccoli spacciatori), mentre sono
oltre 15.000 i tossicodipendenti ristretti su un totale di 67.000: la
metà dei detenuti ammassati e stipati nelle patrie galere hanno a che
fare con la legge sulle droghe. E’ urgente la cancellazione
delle norme più deleterie e “affolla-carcere” della legge sulle droghe,
al fine di evitare l’arresto agli accusati di detenzione di sostanze
stupefacenti per fatti di “lieve entità” e per far uscire i
tossicodipendenti e destinarli a programmi alternativi
(oggi preclusi da vincoli assurdi e dall’applicazione della legge
Cirielli sulla recidiva).
Occorre dare applicazione alle proposte del Consiglio Superiore della
Magistratura, in particolare eliminando le norme di tipo emergenziale,
dagli automatismi sulla custodia cautelare alla legge Cirielli sulla
recidiva, dal reato di clandestinità alle misure
di sicurezza e prevedendo un meccanismo di messa alla prova, di misure
alternative e di numero chiuso.
Su queste linee sono state elaborate tre proposte di legge di iniziativa
popolare, sostenute da un vasto Cartello di organizzazioni e
associazioni impegnate sul terreno della giustizia, del carcere e delle
droghe: la prima propone l’inserimento nel Codice Penale
del reato di tortura secondo la definizione data dalla Convenzione
delle Nazioni Unite; la seconda interviene in materia di diritti dei
detenuti e di riduzione dell’affollamento penitenziario. La terza si
propone di modificare la legge sulle droghe nei punti
più odiosi che provocano tanta carcerazione inutile. Sosteniamo le tre
proposte di legge e invitiamo tutti e tutte a sottoscriverle.
Il 15 marzo si riunirà il nuovo Parlamento e inizia una legislatura
certamente difficile. Ci auguriamo che nell’agenda del nuovo governo
siano presenti punti precisi e qualificanti. Fra questi, i temi della
giustizia, del carcere, della droga dovrebbero entrare
nell’agenda delle priorità. Ci appelliamo con forza al Parlamento
perché dedichi subito una sessione speciale all’esame di provvedimenti
urgenti per il carcere.
Chiediamo infine la nomina di un ministro della Giustizia capace di
rompere le logiche di potere e corporative che hanno fin qui impedito di
operare le scelte necessarie e indifferibili. Pretendiamo una netta
discontinuità nella responsabilità del Dipartimento
delle Politiche Antidroga, che ha perseguito politiche dannose e
fallimentari in nome dell’ideologia punitiva e proibizionista.
Le condizioni inumane delle nostre carceri mettono in gioco la
credibilità democratica del nostro paese. Noi non intendiamo essere
complici, neppure per omissione, dell’illegalità quotidiana. Invitiamo
tutti e tutte a fare altrettanto.
Sostenete la campagna “Carcere, droghe e diritti umani” aderendo on line e firmando aibanchetti e
alle iniziative le
tre leggi di iniziativa popolare.
Associazioni Promotrici:
A Buon diritto, Acat Italia, Associazione difensori di Ufficio, A Roma,
insieme - Leda Colombini, Antigone, Arci,
Associazione Federico Aldrovandi, Associazione nazionale giuristi
democratici, Associazione Saman, Bin Italia, Consiglio italiano per i
rifugiati - Cir, Cgil, Cgil – Fp, Conferenza nazionale volontariato
giustizia, Cnca, Coordinamento dei Garanti dei diritti
dei detenuti, Fondazione Giovanni Michelucci, Forum Droghe, Forum per
il diritto alla salute in carcere, Giustizia per i Diritti di
Cittadinanzattiva Onlus, Gruppo Abele, Gruppo Calamandrana, Il detenuto
ignoto, Itaca, Libertà e Giustizia, Medici contro la
tortura, Naga, Progetto Diritti, Ristretti Orizzonti, Rete della
Conoscenza, Società della Ragione, Società italiana di Psicologia
penitenziaria, Unione Camere penali italiane, Vic – Volontari in carcere
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