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mercoledì 15 settembre 2010

COMUNICATO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE RSU E DELLE SEGRETERIE DI SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

Il Coordinamento Nazionale delle RSU di Telecom Italia riunitosi a Roma il 9 Settembre 2010, congiuntamente con le Segreterie territoriali e nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL giudicano positivamente l’accordo raggiunto in sede di Ministero dello Sviluppo Economico, rappresentando una buona mediazione tra le rivendicazioni del Sindacato, contenute nell’Ordine del Giorno del Coordinamento Nazionale delle RSU di Telecom (giugno 2010) e l’esigenza di tenere aperto un confronto sul futuro delle reti.
Rimangono ovviamente aperti ancora punti importanti, a partire dalle verifiche dei volumi di investimenti sulle nuove reti e sulle strategie di sviluppo a livello internazionale del gruppo. Il risultato raggiunto in termini di garanzie sul perimetro, sulle reinternalizzazioni, sul principio della ricollocazione e riconversione come strada maestra alternativa agli esuberi, segnano un successo delle mobilitazioni delle lavoratrici e lavoratori di Telecom Italia, cogliendo di fatto la maggioranza dei punti rivendicati nella piattaforma sindacale.
Politicamente è inoltre da evidenziare come l’accordo raggiunto unitariamente con Telecom Italia rappresenta un modello di relazioni industriali diverso e alternativo da quello che in diverse realtà, anche grandi imprese, si punta ad affermare come modello generale. Aver raggiunto un accordo unitario è merito della forte tenuta confederale ed è la dimostrazione di come un corretto sistema di relazioni sindacali possa produrre migliori risultati per tutti, aziende e lavoratori.
Nello specifico l’accordo rappresenta un’intesa quadro che dovrà essere gestita, implementata e tradotta operativamente sin da fine settembre, con un confronto costante tra Sindacato e Azienda.
Come Sindacato riteniamo infatti necessario che il percorso di gestione dell’accordo parta prima di tutto da quale idea ha, Telecom Italia, sul futuro dell’organizzazione produttiva e industriale dell’azienda da qui ai prossimi anni. E, in relazione a questi obiettivi, avvenga la giusta riconversione professionale, le necessarie reinternalizzazioni, il corretto sviluppo degli asset strategici (rete, customer, it).
Occorreranno infatti garanzie reali ed esigibili, strumenti e sedi di verifica e adattamento, sapendo rispondere alle esigenze anche di chi, come i colleghi dell’ADE, saranno chiamati anche essi ad una riconversione su nuove attività
Quindi occorrerà un governo attento e condiviso delle necessarie triangolazioni tra uscite volontarie, gestione della formazione, tempi e modalità di riconversione, utilizzo dei contratti di solidarietà con il minor impatto economico possibile (anche ricorrendo – questo chiederemo - alle integrazioni per la formazione previste da accordi e leggi).
Occorrerà quindi una pianificazione certa, visibile e verificabile delle reinternalizzazioni delle attività, sapendo garantire continuità futura ai diversi reparti e lo sviluppo di nuove attività.

Il tutto andrà gestito con un equilibrio nuovo tra “cabine di regia” nazionali (Coordinamento e Segreterie Nazionali, commissioni settoriali, commissione formazione, ecc.) e partecipazione delle strutture e dei delegati sindacali sul territorio.
Occorre cioè che tutti i complessi passaggi che porteranno all’attuazione dell’accordo siano monitorati e verificati con un forte sforzo relazionale a tutti i livelli: una sfida che deve essere colta innanzitutto da Telecom Italia e dai suoi diversi responsabili territoriali.
Le stesse riconversioni dovranno essere costantemente accompagnate da verifiche sulla reale efficacia della formazione, dalla costante verifica tra uscite volontarie e riconversioni (con particolare attenzione a non creare squilibri territoriali), sapendo da subito le destinazioni finali ed i tempi.
Ovviamente l’accordo quadro pone già degli importanti paletti che dovranno essere fatti valere e che qui – sommariamente – ricordiamo.

Perimetro e volumi attività: si sancisce che le customer operation interne a Telecom Italia S.p.A. non saranno oggetto ne di societarizzazione ne di esternalizzazione (mettendo così fine al progetto aziendale della “grande Telecontact”), rinviando ad un confronto sindacale successivo il tema del miglioramento produttivo del settore. Analoghe garanzie sulla non vendita/esternalizzazione riguardano SSC e HRS, riconosciute parte integranti delle strategie di sviluppo di Telecom. Entro settembre vi sarà uno specifico confronto durante il quale l’azienda comunicherà i volumi, tempi e criteri per la reinternalizzazione di attività sia in ambito customer, rete che IT. Per la prima volta da diversi anni vi sarà cioè un processo di reinternalizzazione di attività, dopo anni di fuoriuscite anche sensibili.

Esuberi: rispetto al Piano industriale che prevedeva 6822 uscite in Telecom Italia più 645 uscite da SSC (ridotte poi a 450 circa a seguito dei bandi) l’accordo prevede fino ad un massimo di 3900 uscite volontarie in mobilità fino al 31 dicembre 2012, con il criterio della non opposizione (volontarietà). Di queste 200 sono “preadesioni” già censite per l’anno 2010 (resti delle vecchie “aliquote” dell’accordo 2008). In più l’azienda riconosce la maggiorazione degli importi dal termine della mobilità alla decorrenza dell’eventuale trattamento pensionistico (a seguito dello slittamento delle vecchie finestre, previsto dal decreto 78/2010, si vedano anche i comunicati e le note passate), facendo così salvi i diritti salariali futuri in caso di “buchi” tra il termine della mobilità e il reale riconoscimento dei trattamenti pensionistici. Chi uscirà avrà cioè garantito il reddito fino all’effettiva erogazione della pensione.

Ricollocazioni e contratti di solidarietà: viene riconosciuto il principio della riconversione professionale come strumento alternativo agli esuberi. In particolare 1100 esuberi dichiarati divengono lavoratori da formare nuovamente e da riconvertire verso altre aree aziendali (con particolare attenzione alle riconversioni verso la rete), accompagnati da strumenti di integrazione al reddito durante il periodo di formazione (contratti di solidarietà, che ovviamente dovranno interessare un numero maggiore possibile al fine di alleggerire il differenziale tra salario ed integrazione INPS), garantendo a tutti la ricollocazione dentro l’azienda. Sforzo della parti dovrà essere inoltre quello di individuare forme di rimborso per la formazione tale da integrare le quote di reddito perse con la solidarietà.


Importante è comunque il fatto che dentro questo percorso di riconversione e ricollocazione è riconosciuta priorità ai colleghi di SSC (vedi punto specifico) e soprattutto delle Directory Assistance, su cui l’azienda aveva invece chiuso fino a qualche mese fa (si veda comunicato dopo l’incontro al Ministero del Lavoro nel mese di maggio).

SSC: pur rappresentando un punto di mediazione e consapevoli che la vertenza dovrà continuare anche in relazione ai molti problemi aperti (Premio Annuo, PDR, orari, ecc.) è importante che l’azienda abbia riconosciuta strategica la funzione dell’informatica all’interno delle politiche industriali e la valenza del patrimonio professionale dei lavoratori di SSC. Così come importante sarà agire sulle reinternalizzazioni e sulla riduzione del ricorso a consulenze esterne per mettere ancor di più in garanzia i livelli occupazionali e le prospettive di crescita di SSC. In relazione agli impatti occupazionali si prevede prima di tutto di procedere a una mobilità volontaria all’interno dell’azienda, quindi ad un processo di riconversione e ricollocazione con sostegno al reddito con l’utilizzo dei Contratti di Solidarietà per i rimanenti (da qui la definizione “fino ad un massimo di 450”). Un confronto permanente tra le parti dovrà accompagnare l’intero processo.

Lavoratrici e lavoratori già in mobilità (prima di giugno 2010) e che il decreto 78/2010 penalizza con lo slittamento delle uscite in pensione: dopo una lunga trattativa si è ottenuto l’impegno scritto da parte di Telecom Italia a farsi garante della copertura economica dei mesi in più (rispetto a quando si è andati in mobilità calcolando la pensione con le “vecchie finestre”) fino al riconoscimento del trattamento pensionistico. L’impegno riguarda i circa 3400 lavoratori già usciti in mobilità e che si sarebbero trovati scoperti per diversi mesi (fino a 9-12 in alcuni casi) a seguito del cambio della norma, avvenuto dopo la loro uscita. Al riguardo, al di là della gestione da parte aziendale (Telecom è in attesa di sapere se verrà o meno modificata la soglia dei 10 mila lavoratori in mobilità esentati dalle nuove norme sulle pensioni), si invitano le strutture territoriali a prendere poi contatto con i possibili interessati al fine di intervenire con eventuali segnalazioni all’azienda. Su questo punto le Segreterie Nazionali terranno informate le strutture territoriali.

Mobilità territoriali collettive non potranno esserci se non volontarie (questo a tutela anche dell’eventuale discussione sulle possibili chiusure delle piccole sedi di customer). Proprio in relazione a questo punto (si pensi alle aree di Staff in eventuale riconversione) garantire un giusto livello di attività nei comuni ove si attuerà la riconversione sarà un punto fondamentale dei prossimi confronti.

Per i lavoratori ex TILS arriva finalmente a positiva conclusione una situazione drammatica che da oltre un anno ha visto i colleghi della formazione impegnati in stretto contatto con il sindacato in una vertenza durissima per la riconquista del lavoro perduto.

Infine l’accordo consegna alle lavoratrici e lavoratori di Telecom un periodo di “tranquillità” rispetto alla continua e costante pratica aziendale di annunciare nuovi esuberi ogni 3-4 mesi.
L’accordo stabilisce infatti che sono “esauriti” gli interventi occupazionali per gli anni di piano 2010-2012. Ovvero sia fino al 31 dicembre 2012 non vi saranno ulteriori interventi di riduzione occupazionale.

Come Segreterie Nazionali e Coordinamento Nazionale delle RSU riteniamo doveroso informare al massimo i lavoratori di Telecom Italia sull’accordo raggiunto, procedere alla massima diffusione dei suoi punti e soprattutto “attrezzarci” per la gestione operativa e per i confronti che si apriranno a fine Settembre, anche avanzando proposte specifiche e mirate ai diversi settori.

Al riguardo si terranno già nei prossimi giorni assemblee in tutte le sedi di Telecom Italia, durante le quali saranno illustrati dettagliatamente i contenuti dell’accordo alle lavoratrici ed ai lavoratori.


Roma, 14 Settembre 2010

Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

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