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lunedì 3 maggio 2010

Il 1° maggio è ogni giorno



Testo del discorso/appello letto in Piazza Duomo a Milano in occasione della manifestazione del 1° maggio da una delegata RSU SLC CGIL di Telecom Italia.

Telecom Italia si muove in un contesto economico e sociale in cui la crisi ha portato a molti lavoratori C.I.G., mobilità e Contratti di Solidarietà, parole nuove per molti che hanno amaramente imparato a conoscere.
Le aziende sono in reale difficoltà e i giovani che approcciano al mondo del lavoro si scontrano con la precarietà portata agli estremi da contratti sempre più fantasiosi. La disoccupazione è arrivata all'8.8%.

In questo scenario Telecom ormai da anni sta usando lo strumento della mobilità come accompagnamento alla pensione - certo, tramite accordi sindacali che hanno avuto lo scopo di evitare ricadute sociali forti.

In 15 anni Telecom Italia ha dimezzato la propria forza lavoro passando da 120mila lavoratori a circa 50mila: nei modi sopra detti e buttando fuori pezzi di lavoro e attività e sopratutto lavoratori e lavoratrici in società esterne.

Ad oggi in T.I. ci sono 600 lavoratori/trici in contratto di solidarietà, l'azienda non ci ha ancora detto come ricollocherà questi colleghi all'interno dell'azienda.
2200 lavoratori/trici sono stati ceduti dal settore Information Technology ad una società del gruppo che ha gravi debiti e che ha il compito di efficentare il personale.
5000 lavoratori/trici usciranno dall'azienda entro il 2010 con "mobilità volontarie" che li accompagneranno fino alla pensione.
Con l'ultimo piano industriale (se si può definire così) gli esuberi dichiarati sono 6822. Ma le uscite indolori da quest'azienda non saranno più possibili perchè questo piano industriale non prevede altro che tagli.. ci è stato detto allo scopo di essere più competitivi: un'azienda senza lavoratori è più competitiva - ci dicono.

Questo non è un piano industriale: è una mera operazione finanziaria in cui si distribuiscono dividendi e bonus e poi si tagliano i posti di lavoro per trovare capitale.

Telecom e i posti di lavoro si possono salvare solo con un piano industriale fatto di investimenti nella banda larga (come peraltro si sta facendo in tutta Europa) e tramite il rilancio dell'azienda stessa, dei servizi. - Ma SOPRATUTTO internalizzando il lavoro e i lavoratori, perchè probabilmente sono i lavoratori l'unica parte sana dell'azienda. E poi riallacciando l'azienda al territorio, il che significherebbe dare maggiore qualità al servizio.

Chiediamo quindi alle parti sociali, ai media e al governo di dirci chiaramente che Telecom è un'azienda strategica per il nostro Paese; diteci se è un bene d'interesse nazionale, come lo sono state Alitalia, FIAT ...etc etc
Dateci un segnale che ci faccia sperare per una ripresa di questa azienda che ormai è nelle mani di un management allo sbando.
... W il primo maggio."



A lungo si è pensato, forse si è avuta l'illusione, che il sistema capitalistico occidentale potesse portare benessere e prosperità. L'idea che capitale e lavoro, insieme, avrebbero condotto ad un futuro migliore per tutti.
Eppure, ogni volta che ci sono difficoltà, errori manageriali, crisi economiche o finanziarie, tutte le volte insomma che capita qualcosa la cui responsabilità non è dei lavoratori, sono i lavoratori a pagare il conto.
Eppure, ogni volta che pare possibile che i lavoratori possano raggiungere una qualità di vita migliore, elevarsi nella scala sociale, avere più benessere, più tempo per sè e per le proprie famiglie, avere insomma più dignità di stare a questo mondo, capita sempre qualcosa che li ricaccia indietro. O costano troppo, e si fa dumping sociale andando a portare il lavoro laddove la disperazione e la miseria fanno sì che esistano condizioni di salario insufficiente e zero tutele dei diritti, o non sono produttivi, perchè evidentemente il fatturato e il profitto sono gli dei cui tutto va sacrificato nella nostra epoca, o "però il capitale va remunerato", o "i mercati, la concorrenza, i mercati finanziari ci chiedono di ridurre i costi" ecc ecc ecc.
Ma vogliamo dirlo che i mercati sbagliano? Che i mercati finanziari vivono sulla logica del profitto immediato, senza alcuna preoccupazione per uno sviluppo duraturo del benessere della società? Che i manager asserviti al capitale e alla finanza sono un danno per la società?

Il 1° maggio è stata la festa del lavoro. Ogni giorno, ogni notte, milioni di persone normali si recano nei loro luoghi di lavoro e si tirano su le maniche, con la speranza di poter costruire un futuro migliore per i propri figli. Ogni giorno, nel mondo, milioni di donne, bambini, uomini, vengono sfruttati indegnamente affinché qualcuno in doppiopetto possa aggiungere un bel soprammobile alla sua collezione. Ogni giorno, milioni di persone senza lavoro incontrano la propria disperazione e si chiedono perchè non ci sia un futuro per loro.
Ogni giorno, in Italia, muoiono in media 3 persone sul lavoro.
Ogni giorno è il 1° maggio. Ogni giorno è da dedicare a tutti questi eroi che non maneggiano liquidità o strumenti finanziari. Eroi normali, perchè lavoratori. Gente comune, che vuole solo un lavoro, una dignità ed una speranza.
Il 1° maggio è la loro festa, e il 1° maggio è ogni giorno.

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