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venerdì 23 aprile 2010

IL PIANO INDUSTRIALE DI TELECOM ITALIA: LA POSIZIONE DI SLC CGIL

COMUNICATO

Nella giornata di lunedì 19/4/2010, si è tenuto un incontro tra Telecom Italia e le Segreterie Nazionali SLC-CGIL, FISTeL- CISL e UILCOM-UIL congiuntamente alle Segreterie Confederali di CGIL, CISL e UIL per un’illustrazione del piano industriale 2010/2012.
In premessa Telecom Italia ha spiegato che in coerenza con le prassi in essere già da qualche anno siamo in presenza di un aggiornamento annuale dei precedenti Piani Industriali del 2008/2010 e 2009/2011, ribadendo la persistenza di uno scenario macroeconomico che vede l’Italia con una crescita più bassa della media dell’Europa occidentale pari ad un P.I.L. al 1,4 nel triennio 2010/2012 (Italia 1,1), ed una riduzione dei ricavi sui servizi voce fissa.
In una fase congiunturale come quella che l’economia ha vissuto nell’ultimo anno, sempre secondo Telecom Italia, i gestori di telefonia mobile come TIM, che si caratterizzavano con un posizionamento delle tariffe medio alte, sono stati fortemente penalizzati dalla crisi del mercato.
L’eccesso di capacità produttiva, lo scenario competitivo che sta fortemente mutando con l’avvento di nuovi competitori (vedi google) che si avvalgono di piccole strutture di costo pur raggiungendo quote considerevoli di fatturato, sarebbero gli ulteriori elementi dello scenario attuale, di fronte ai quali la priorità del gruppo è rappresentato dal mantenimento dei margini.
In sostanza Telecom ha presentato un progetto che prevede nell’arco del triennio una serie di razionalizzazioni che ammontano a circa 1,8 MLD distribuito su tutte le aree dell’azienda, una riduzione del cash flow ed una posizione finanziaria netta che porterebbe il debito netto nel 2012 a circa 28 MLD con una riduzione di 5 MLD di euro rispetto all’attuale, ribadendo inoltre che il processo di efficentamento previsto per il personale ammonta a 0,4 MLD e si concretizza in un residuo di eccedenze dei precedenti piani pari a 2300 lavoratori ed un’ulteriore eccedenza di 4522 unità nel periodo 2010/2012 per un totale di 6822 lavoratori.

SLC-CGIL, unitamente alla confederazione, ha espresso un giudizio complessivo fortemente negativo nei confronti di un piano che:
• Sul piano occupazionale prevede ulteriori 6822 esuberi, senza considerare quelli già effettuati negli scorsi anni e quelli preannunciati per la parte informatica ed ancora non quantificati.
• Riduce fortemente gli investimenti.
• Prevede solo ulteriori dismissioni (tranne che per il Brasile), prefigurando il ruolo di Telecom Italia sempre più lontano da quello di un grande operatore internazionale, ruolo ormai sempre più necessario per competere con gli altri grandi concorrenti presenti sul mercato.





Inoltre la forte perplessità sul raggiungimento di un obbiettivo così ambizioso come quello della riduzione del debito, unitamente al mantenimento del dividendo per gli azionisti ed agli ulteriori tagli preannunciati prefigurano ancora una volta uno scenario nel quale i soli a pagare scelte industriali sbagliate, secondo Telecom Italia, dovranno essere ancora una volta i lavoratori.
Come SLC ricordiamo inoltre che sono ancora tutti aperti i temi riguardanti i contratti di solidarietà in ambito Directory Assistance, le delocalizzazioni di quote di lavoro sempre più consistenti in ambito 119, lo scenario confuso in cui sta avvenendo lo scorporo di IT Operation, la questione ormai vergognosa legata alla sorte dei lavoratori ex TILS oramai quasi da un anno senza lavoro e, non ultimo, il rapporto con gli outsourcers (vedi il rinnovo dei contratti con le aziende esternalizzate ex Telecom) che, in nome di principi esclusivamente ragionieristici, continua a produrre esuberi direttamente imputabili a Telecom Italia anche in quelle aziende.
Per tutti questi motivi SLC-CGIL conferma il suo giudizio nettamente negativo nel merito del piano industriale ed auspica il rafforzamento dell’iniziativa unitaria per contrastare un disegno assolutamente penalizzante per l’azienda e per i lavoratori.
Riteniamo che Telecom Italia sia ancora e debba rimanere un valore per tutto il paese ed una vertenza che ancora una volta preannuncia solo ulteriori riduzioni di personale, taglio degli investimenti e riduzione del perimetro debba vedere coinvolti tutti i soggetti responsabili: azienda, istituzioni, governo e parti sociali.
Oggi è in discussione se debba o no avere un futuro la Telecom.


Roma, 21 aprile 2010

LA SEGRETERIA NAZIONALE

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